La bella indifferenza
"Uomini in abito grigio, venditori ambulanti, gente a passeggio coi cani, genitori e figli per mano, due
ragazzi che si baciavano su una panchina: nessuno aveva più gli occhi, il naso, la bocca, erano sparite le
facce. Al loro posto vedeva un ovale di pelle senza lineamenti, il guscio levigato di un uovo circondato dai
capelli. Si strofinò gli occhi preso da un’angoscia paralizzante, li riaprì e provò a guardare di nuovo".
ragazzi che si baciavano su una panchina: nessuno aveva più gli occhi, il naso, la bocca, erano sparite le
facce. Al loro posto vedeva un ovale di pelle senza lineamenti, il guscio levigato di un uovo circondato dai
capelli. Si strofinò gli occhi preso da un’angoscia paralizzante, li riaprì e provò a guardare di nuovo".
Un giorno Ettore Corbo scopre di non riuscire più a vedere le facce delle persone. Non c’è alcun modo di uscire da questa condizione di cecità parziale che gli nasconde gli altri, o forse glieli mostra interi nella loro nudità inespressiva.
Alla scoperta dello scrittore Athos Zontini per "La bella indifferenza" edito da Bompiani, in dialogo con Filippo La Porta.